venerdì, 17 Maggio 2024

Impazzire in una cella: don Rigoldi interviene contro i suicidi nelle case di pena

(Foto di Ichigo121212 - Pixabay)

Quando non ci sono attività cui dedicarsi, rimanere chiusi in una cella per ventidue ore vuole dire impazzire. Una tortura, una cattiveria”. Ha commentato così nelle scorse ore don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, la nuova circolare sulle chiusure dei reparti di media sicurezza, nelle carceri italiane, entrata in vigore da alcuni mesi.

Don Rigoldi ha partecipato questa mattina, giovedì 18 aprile, ad una manifestazione a Milano, davanti al palazzo di Giustizia, insieme ad avvocati, magistrati e al garante dei detenuti del Comune di Milano Francesco Maisto. Obiettivo dell’evento: chiedere al governo e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di promuovere azioni costruttive per scongiurare al più presto i suicidi nelle prigioni. Dall’inizio dell’anno sono stati più di trenta.

La gente diventa matta, non si redime così”, ha detto il cappellano, che sta lavorando per promuovere alcuni progetti affinchè, sul modello di quanto accade in altri Paesi europei, i giovani in carcere possano partecipare ad attività culturali e sportive. Per imparare il bene e il bello che, loro malgrado, forse non hanno mai conosciuto prima.

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