In una recente intervista a Il Giornale, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet non ha risparmiato critiche severe nel commentare la tragica strage di Paderno Dugnano. Senza giri di parole, Crepet ha puntato il dito contro la società e, in particolare, contro i genitori moderni, definiti spesso presenti in modo invasivo ma inefficace.
La facciata ingannevole
Dietro il dramma di Paderno Dugnano si nasconde, secondo Crepet, un disagio profondo, un malessere interiore che né la famiglia né le istituzioni sono state in grado di riconoscere o comprendere. “Basta con il pietismo, basta parlare di fragilità”, ha dichiarato lo psichiatra. “I segnali c’erano, ma non sono stati visti”. Il riferimento non è solo ai fatti di cronaca, ma a una generazione di giovani lasciata sola in un mondo che isola sempre di più.
I genitori “disconnessi” dalla realtà
Uno dei principali bersagli delle critiche di Crepet è il ruolo genitoriale contemporaneo: “I genitori di oggi controllano i voti scolastici in tempo reale, ma non sanno dove sono i figli alle tre di notte”. Secondo Crepet, questi genitori, pur essendo presenti in modo iperprotettivo su aspetti come il rendimento scolastico, mancano nella creazione di un vero legame con i propri figli. “È una presenza ingombrante, ma inefficace”, afferma. Un controllo ossessivo dei dettagli minori non può sostituire il dialogo e la comprensione profonda.
L’isolamento dei giovani: una piaga sociale
Per Crepet, l’isolamento e la solitudine sono tra i principali problemi che affliggono la generazione attuale. Nonostante siano sempre connessi digitalmente, i giovani si sentono soli, incapaci di costruire relazioni autentiche: “I ragazzi sono soli, anche in mezzo agli altri”. E anche la scuola, istituzione centrale nella crescita dei ragazzi, viene criticata: anziché promuovere relazioni significative, “si limita a rincorrere slogan vuoti come l’ora di educazione sentimentale”.
La soluzione di Crepet: meno tecnologia, più relazioni
La via d’uscita, secondo lo psichiatra, è quella di tornare alle basi: più relazioni autentiche e meno dipendenza dalla tecnologia. I genitori devono essere figure significative, capaci di insegnare valori come sacrificio, collaborazione e confronto, piuttosto che concentrarsi esclusivamente su aspetti superficiali della vita dei figli.
Un compito arduo in una società individualista
Crepet riconosce che si tratta di una sfida impegnativa in una società che enfatizza l’individualismo e la gratificazione immediata, dove i giovani, cresciuti nell’agio e nella protezione, hanno difficoltà a trovare una direzione. “Questa generazione non ha più voglia di studiare, di impegnarsi, di costruire il proprio futuro”, conclude amaramente.
Una riflessione amara, quella di Crepet, che invita a una presa di coscienza collettiva e a un ritorno all’essenziale: costruire relazioni autentiche che possano offrire ai giovani una guida, una direzione e un senso di appartenenza in un mondo sempre più frammentato.