Era il 28 giugno del 1970, quando a New York si celebrò il più importante Gay Pride della storia. Ad un anno di distanza dal primo evento svoltosi a Chicago, furono migliaia i giovani omosessuali di che marciano fino a Central Park attraversando la Grande Mela. La marcia, organizzata dalla Christopher Street Liberation Day Committee, fu un evento di risalto mondiale, un grande risultato nella lotta per conquistare i propri diritti.
Molte cose sono cambiate da allora, molte conquiste sono state raggiunte nel mondo, in ogni ambito gli omosessuali hanno ottenuto riconoscimenti e diritti, senza aver più bisogno di nascondersi.
Fu l’inizio di un grande evento oggi celebrato in tutto il mondo, e il cinquantenario quest’anno della marcia newyorchese sarà ricordato probabilmente per la modalità diversa con cui sarà festeggiato.
L’epidemia di Covid-19, che negli USA ha ancora ripercussioni molto pesanti, non consentirà alle persone di marciare per le strade della città. Questo non fermerà le celebrazioni che si svolgeranno, come tutti i grandi eventi di questa prima metà del 2020, in modo virtuale abbracciando idealmente anche l’altra battaglia che sia sta svolgendo negli USA “The Black Lives Matter”.
Il Gay Pride che prenderà il nome di “Global Pride” comprenderà conferenze, dibattiti e performance di vario genere su piattaforme streaming. Una celebrazione diversa che renderà anche omaggio agli operatori del settore sanitario, considerati gli “eroi” della pandemia.
Silvia Ramilli