Si è svolta nei giorni scorsi a Canegrate, più precisamente il giorno del Venerdì Santo, la presentazione del dipinto intitolato “La flagellazione di Cristo”, realizzato dall’artista Antonio Spirito, donato dallo stesso e dai suoi familiari, alla Chiesa della Beata S. Maria Assunta.
Alla presenza di numerosi fedeli, il parroco Don Gino ha spiegato perché è stato scelto proprio il giorno del Venerdì Santo per l’inaugurazione ufficiale dell’opera, soffermandosi sul significato religioso della stessa, ringraziando a nome di tutta la comunità cristiana canegratese l’artista, “per il suo grande gesto di generosità e la sua straordinaria capacità pittorica”.
Nel suo breve intervento, Spirito ha illustrato alcuni aspetti di carattere tecnico utilizzati per l’esecuzione dell’opera, che misura 2 metri per 1,5, e sottolineato che si tratta di una riproduzione fedele di quella realizzata da Caravaggio alla fine del 1606, nonché la sua genesi. Un ulteriore ringraziamento è stato rivolto dal pittore a Cristian Gatti di Canegrate che ha ideato, realizzato e donato la cornice.
L’opera è stata posizionata alla destra dell’altare maggiore, sopra la porta laterale che si apre verso piazzale F. Gaio. Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco Roberto Colombo, il vice sindaco Matteo Modica e l’assessore Davide Spirito.
Antonio Spirito, da sempre appassionato di arte, dopo aver frequentato studi ad indirizzo tecnico, si forma presso la Scuola Superiore Dell’Arte del Castello Sforzesco di Milano. L’artista è mosso da una passione tale, corredata da capacità e talento, al punto che realizza i suoi lavori con orgoglio e gli permette di distinguersi, all’interno del vasto mercato cosiddetto di “fabbrica”.
Come si legge in una nota, in genere chi copia un’opera famosa, è specializzato nel realizzare una tipologia di quadro che, ovviamente, è molto simile all’originale. Antonio Spirito, con la sua arte diffonde e fa conoscere ciò che è già nell’immaginario collettivo, coinvolgendo, affascinando ed emozionando. L’opera che realizza, dunque ,va ad acquisire un valore culturale diverso, perché è la riproduzione di una espressione e di un linguaggio stilistico ammirato da tanti e coltivato da sempre. L’autore fa rivivere il capolavoro su una nuova tela con nuove dimensioni e questo lo ottiene con un lavoro lungo, impegnativo, arduo, complesso e di grande cura, dove non c’è posto per l’imprecisione, e che non si realizza in brevissimo tempo.
Il risultato è un’opera di alta qualità, che diventa essa stessa un unicum, da cui traspare l’amore verso ciò che è stato realizzato.