Non sarebbe stato rimosso il cosiddetto “forchettone”, vale a dire il divaricatore che tiene lontane le ganasce dei freni, che avrebbero bloccato la funivia del Mottarone in caso di rottura del cavo traente, per evitare blocchi dell’impianto. Il forchettone, a quanto emerge non rimosso intenzionalmente, avrebbe evitato alla cabina di cadere nel vuoto, uccidendo quattordici persone domenica scorsa, partite da Stresa per compiere una gita vista lago Maggiore.
E’ il quadro che emerge dopo una notte, la scorsa, di confronti ed interrogatori nella caserma dei Carabinieri di Stresa, di tre persone: il proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio. Tre persone in stato di fermo ed interrogate nelle scorse ore, per le quali la Procura di Verbania chiederà oggi, mercoledì 26 maggio, la misura cautelare.
Al vaglio i risultati di tutte le analisi eseguite dai tecnici sulla carcassa della funivia, che hanno appurato la manomissione intenzionale. I freni erano stati già disattivati perché nelle scorse settimane la funivia presentava delle anomalie. Da giorni la funivia stava viaggiando in quelle condizioni: il cavo traente era stato sostituito più di venti anni fa.
Nelle prossime ore gli inquirenti ascolteranno altri dipendenti della funivia.