Edith Bruck ha scritto questo romanzo, edito da La nave di Teseo, prima edizione 2012, ”La donna dal cappotto verde”.
E Lea è la protagonista di questa storia: una donna anziana, ungherese, una scrittrice in crisi d’ispirazione, che vive a Roma con l’amato e vecchissimo marito, che da bambina è stata ad Auschwitz.
Lea si trova in una panetteria di Roma quando una donna, più anziana di lei, vestita con un cappotto verde, le grida all’improvviso: “Ma tu sei Lea, la piccola Lea di Auschwitz”, prima di sparire.
Da quel giorno la vita di Lea è sconvolta. Ritornano alla mente vecchi incubi mai dimenticati. Si chiede, costantemente chi è quella donna: un’aguzzina del Lager o un kapò, che teneva buoni i bambini prima di condurli alla camera gas.
La cerca in tutti gli angoli e nei quartieri di Roma, finchè la trova.
S’incontrano a casa di Lea, per volontà della signora col cappotto verde che vuole vedere la sua casa, intenzionata forse a risarcirla del male che le aveva fatto. Durante l’incontro Lea sta male, ed è prontamente ricoverata e operata. Quando torna a casa, dai suoi affetti, Lea si consulta col marito e decide che non vuole fare nulla contro quella donna, poichè comprende che le sue scelte, e di altre come lei che hanno lavorato per i nazisti, nascevano dal bisogno di sopravvivere.
E’ un romanzo duro e senza sconti: Edith Bruck s’interroga sul tema della memoria e della testimonianza, ma anche sul dilemma tra il rancore del ricordo e il sollievo del perdono.