“In Italia stiamo assistendo alla morte progressiva e silenziosa della danza, nella totale indifferenza delle istituzioni. Sono stati sciolti in breve tempo quasi tutti i corpi di ballo collegati alle fondazioni lirico sinfoniche: erano tredici, ora sono soltanto quattro. Ultimo ad essere stato chiuso il Corpo di ballo di Verona”.
Si apre così l’intervento dedicato alla danza, che sarà illustrato domani sera a Legnano, giovedì 26 ottobre, nel corso del previsto Consiglio comunale, da parte del consigliere di maggioranza Federica Farina.
La comunicazione vuole portare a conoscenza del problema nazionale la seduta pubblica legnanese, in riferimento ad un emendamento presentato al Senato un mese fa, che non è passato alla Commissione cultura scienze ed istruzione.
“Dopo mesi di battaglie e la mobilitazione di 16.000 persone, nonché di artisti da tutto il mondo, la nuova legge non fa alcun riferimento specifico ai corpi di ballo delle fondazioni lirico sinfoniche, ed alla loro funzione storica per la tutela e conservazione della grande tradizione del balletto classico, nonché per la valorizzazione del grande repertorio moderno e contemporaneo. Nella nuova legge vi è soltanto un breve e generico accenno al fatto che, in futuro, bisognerebbe trovare i modi per incentivare la danza. Oggi ci facciamo promotori di una lotta che non ha colore politico, o valore ideologico, ma è semplicemente una lotta per i nostri giovani e per la valorizzazione del nostro patrimonio e della nostra identità culturale. Certo si dirà che di fronte alle difficoltà economiche la danza è un costo per il Paese: allora mi piace ricordare le parole del nostro sindaco Fratus, quando afferma che la democrazia ha un costo, e anche la cultura ha un costo ma essa è un investimento sociale”, come si legge nel testo della comunicazione.
Non rimane che attendere quale sarà la risposta del Consiglio comunale legnanese, domani sera, alla particolare sollecitazione del consigliere Farina a favore della danza, “affinché possa la comunità locale essere protagonista del cambiamento”.