Non tutti i russi volevano la guerra. Non tutti i russi sono d’accordo con Putin nella sua avanzata armata alla conquista dell’Ucraina. Così dall’inizio del conflitto sono state tante le persone scese in piazza per manifestare contro il conflitto, mettendo il proprio totale distacco dalle scelte del presidente. Il problema è che le proteste sono state soffocate pressoché sul nascere, con arresti, botte e violenze sommarie, rivolte verso i cortei pacifici della popolazione civile scesa in campo per dire, come suonerebbe in Occidente: “not in my name”, non in mio nome.
E mentre non si ferma l’avanzata dei carri armati in territorio ucraino e i bombardamenti sulle città, che non risparmiano obiettivi civili, in Russia il dissenso si fa strada come può, a costo di andare incontro ad una particolare ondata di repressione. Eclatante il caso di cinque bambini arrestati e tenuti per giorni in una caserma, per essere stati trovati con i loro genitori in piazza a dire no alla guerra. Al momento sembra che siano già state arrestate 6mila persone, mentre più di un milione hanno già firmato una petizione per fermare la guerra.