I primi atti dell’Amministrazione comunale di Legnano per tutelare i solarium, che si trovano nel complesso ex Ila di via Colli di Sant’Erasmo, sono stati illustrati ieri sera, venerdì 15 gennaio, nel corso della seduta della commissione 4, “Città bella e funzionale”, dai tecnici comunali e dall’assessore alle Opere pubbliche Marco Bianchi.
Come si legge in una nota dal Comune, la traccia di lavoro che si sta percorrendo, in attesa del sopralluogo con la Soprintendenza fissata per lunedì 18 gennaio, è la messa in sicurezza definitiva dei fabbricati. La decisione è stata assunta a seguito di comparazione con l’altra ipotesi che si era affacciata, la copertura con tensostruttura. Queste due ipotesi sono già state anticipate alla Soprintendenza.
“Per la prima volta, da quando il compendio ex Ila è ritornato alla città di Legnano, si stanno studiando interventi organici per la tutela della sua parte più ammalorata, i solarium. L’Amministrazione, all’inizio di dicembre, ha incaricato il dirigente del settore di proporre soluzioni non temporanee per il mantenimento dei solarium. Da un lato è stato richiesto a una ditta specializzata un preventivo per la copertura dei due solarium con una tensostruttura; dall’altro, escludendo da subito l’efficacia e l’attuabilità di interventi minimali immediati, il dirigente ha proposto una soluzione di messa in sicurezza cui far seguire una fase di progettazione. Ipotesi, quest’ultima, che permette al Comune di portarsi in una situazione di normale gestione delle priorità e non di urgenza”, spiega Bianchi.
Le ipotesi sono state formulate in seguito ad un sopralluogo del settore tecnico a dicembre, e alla conseguente relazione da cui risulta che la copertura costerebbe 320mila euro (intervento realizzabile in un tempo compreso fra i 60 e i 90 giorni e che non sarebbe comunque risolutivo), mentre la messa in sicurezza 200mila euro. La giunta ha scelto la seconda opzione dando così l’indicazione al dirigente di proseguire in questa direzione, in caso di parere positivo da parte della Soprintendenza.
In questa prospettiva la messa in sicurezza, che consiste nella bonifica delle tegole in amianto previa eventuale inertizzazione, nella rimozione della vegetazione, nello smontaggio degli elementi di legno che saranno conservati e catalogati, sarà inserita nel documento unico di programmazione con l’obiettivo di finanziarla con l’avanzo di amministrazione. L’intervento, della durata di tre mesi, potrebbe avere inizio già a primavera.
Una più ampia valutazione sulla valorizzazione del parco sarà affrontata con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, con il Comitato di Gestione. Su queste basi, nel 2022, seguirebbe la progettazione per il recupero, per cui si proverà a ottenere finanziamenti da un bando ministeriale. In merito al rischio amianto, il 13 gennaio, i tecnici del settore Opere pubbliche hanno effettuato un sopralluogo con una ditta specializzata che la prossima settimana procederà con il monitoraggio ambientale e successiva analisi dei campioni prelevati per verificare lo stato dell’inertizzazione fatta alcuni anni fa. Se fosse riscontrata l’aerodispersione di fibre di amianto si provvederebbe a un incapsulamento d’urgenza, in attesa dell’intervento di messa in sicurezza in primavera.