“Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, associazione di promozione sociale, che riutilizza i beni confiscati alla mafia, sta diventando un modello da seguire in più Paesi europei.
Secondo quanto diffuso dalla stessa associazione, i risultati di una particolare ricerca, presentati nelle scorse ore a Bruxelles, raccontano di come sempre più i beni confiscati alla mafia siano riconvertiti per un loro impiego non soltanto pubblico, ma anche sociale, come la promozione di economie sociali, il sostegno all’impegno dei giovani, l’inclusione e i servizi alle persone.
Attualmente sono già sette gli Stati che hanno adottato le buone pratiche di riutilizzo dei beni; tredici esperienze di riuso pubblico e sociale in tutto: tre in Spagna, quattro in Belgio, una in Francia e in Olanda, due in Romania e due in Bulgaria, senza contare quelle in Italia. Al tempo stesso ben diciannove Stati dell’UE hanno adottato soltanto il riutilizzo pubblico dei beni confiscati, considerandolo comunque un primo passo verso le pratiche di “Libera”.
Dal canto suo “Libera”, insieme alla rete Change, Civil Hub Against orgaNised Crime in Europe, auspica lo scambio di conoscenze sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati, nonché la creazione un fondo dedicato al riutilizzo dei beni, secondo un programma specifico 2021-2027.