Un segnale di cambiamento e conquista di diritti sociali, relativo al congedo di paternità, arriva dalla vicina Spagna.
Con un decreto che cambia con forza il modo di vedere la nascita di un figlio, il Governo guidato da Pedro Sanchez stabilisce che non saranno più le sole madri a farsi carico del neonato, restando assenti dal lavoro con inevitabili conseguenze su carriera e promozioni o, nella peggiore delle ipotesi, la perdita del posto.
Con il nuovo decreto il padre avrà gli stessi diritti e doveri della madre, con sedici settimane (come previsto dalla legge spagnola) di cui sei obbligatorie pagate con la totalità dello stipendio, che dovranno essere godute subito dopo il parto, e le successive dieci nel primo anno di vita del bambino.
Un decreto di forte impatto che mira a cambiare la realtà attuale, includendo anche l’annullamento della possibilità di licenziamento delle donne in gravidanza anche nel periodo di prova, e dei lavoratori che rientrino al lavoro dopo i permessi parentali per almeno un anno, quindi combattere la differenza salariale tra uomini e donne, e prevenire le molestie sui luoghi di lavoro.
Un passo avanti che, come dichiara la sociologa Constanza Tobío sulle pagine di “El Pais”: “Trasmette il messaggio che entrambi i genitori hanno il diritto e l’obbligo di prendersi cura dei bambini, esattamente nelle stesse condizioni e agli stessi termini delle donne”.
Silvia Ramilli