Torna alla ribalta con tutta la crudezza del caso, la realtà dei suicidi in carcere, con l’ultimo avvenuto un paio di giorni fa a San Vittore a Milano.
Un ragazzo di vent’anni, originario del Marocco, condannato per rapina, che avrebbe concluso la sua detenzione nel 2020, ha deciso di farla finita, impiccandosi nel bagno della sua cella. Inutili i tentativi di rianimazione da parte degli operatori del 118.
Si tratta del terzo caso in Italia in pochi giorni: sabato scorso episodio analogo al carcere “Regina Coeli” di Roma, domenica a Terni. Una cinquantina i suicidi dietro le sbarre dall’inizio del 2017.
Dal SAPPE, il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria, dopo la vicenda dell’ennesimo caso di suicidio tra detenuti, l’opinione è che si tratti di un fenomeno che denuncia il “fallimento dello Stato”, di un sistema che non riesce a puntare al recupero soprattutto dei detenuti più giovani, che si trovano a vivere da soli momenti di profondo e inguaribile sconforto.