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Peste suina: per Coldiretti servono subito azioni per limitarne la diffusione. E indennizzi per le aziende danneggiate

(Foto di Mutinka - Pixabay)

Contenimento della diffusione della Peste suina africana, disponibilità a sugli indennizzi agli allevamenti per la mancata produzione a causa della Psa e impegno per una importante azione di contenimento della popolazione dei cinghiali, principali vettori del virus. Questi sono alcuni dei punti principali che il nuovo Commissario straordinario per la peste suina africana, Giovanni Filippini, ha messo sul tavolo dell’incontro avuto con oltre 500 allevatori della Coldiretti delle zone interessate dall’epidemia, che sta mettendo a rischio un intero settore e la sopravvivenza di una delle Dop più importanti del Paese.

Lo racconta la Coldiretti: all’incontro hanno partecipato anche i vertici di Coldiretti con il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo.
Filippini ha delineato agli allevatori quali saranno le strategie che intende mettere in campo e che partiranno proprio dal limitare quello che è il numero della popolazione dei cinghiali, ribadendo che gli allevatori non vanno additati come responsabili e che andrà adottata ogni misura anche drastica per evitare che la Psa si diffonda nelle province limitrofe a quelle fino ad ora interessate (Lodi, Pavia, Vercelli e Novara) che rappresentano la metà del patrimonio suinicolo nazionale.

“Abbiamo chiesto al Commissario straordinario, di cui conosciamo e riconosciamo le grandi doti in questo ambito visto quanto fatto in passato in Sardegna, che vengano da subito erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla Psa che oggi sono in grande difficoltà. Certezza degli indennizzi che non devono riguardare solo quelle aziende che hanno subito gli abbattimenti, ma dobbiamo tenere in considerazione il tema del fermo aziendale, che riguarderà tutti quegli allevamenti che saranno costretti a rimanere fermi e non potranno nemmeno ripopolare. Ci dovrà poi essere un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori per evitare che ci siano grandi speculazioni”, ha detto Prandini.

“Sono 10 anni che poniamo la questione di questo pericolo per un settore cruciale della nostra produzione agricola, vista la gravità della situazione non possiamo fare sconti a nessuno quando a rischiare è una filiera con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro, centomila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati”, il commento di Gesmundo.

Gli allevatori intervenuti hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni rispetto a una situazione che tutti definisco “allarmante”. Una situazione che dura ormai da 1000 giorni e che ad oggi non ha visto interventi risolutivi a fronte di una grande sacrificio da parte di tutte quelle aziende che sono state colpite.

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