lunedì, 21 Aprile 2025
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La Guardia di finanza di Milano sequestra 16 milioni di euro per frode fiscale

E’ successo nelle scorse ore: i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno sequestrato preventivamente oltre 16 milioni di euro, per reati fiscali, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e autoriciclaggio perpetrati da una fitta rete di imprese operanti nell’hinterland milanese, in seguito ad una particolare indagine condotta dai Carabinieri di Melegnano.

In particolare, secondo quando accertato, i legali rappresentanti e amministratori delle società coinvolte, con l’ausilio di consulenti e professionisti, avevano creato un complesso sistema di frode basato sull’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti, a fronte della stipula di fittizi contratti d’appalto di servizi che celavano false somministrazioni di manodopera, in violazione della normativa di settore.

Come si legge in una nota, più nel dettaglio, ricostruendo la “filiera della manodopera”, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con le società committenti, molte delle quali operanti nel settore turistico-alberghiero, sono stati “schermati” da società “filtro” che, a loro volta, si sono avvalse di una società cooperativa (società “serbatoio”) che ha sistematicamente omesso il versamento delle imposte e degli oneri previdenziali e assistenziali.
Inoltre, alcune società coinvolte nella frode, attraverso la strumentale creazione di costi in realtà mai sostenuti, sono risultate aver beneficiato di falsi crediti d’imposta “Formazione 4.0”, una misura finanziata con risorse del P.N.R.R. per sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecdigitale.

Le operazioni, che hanno interessato anche reparti della Guardia di Finanza di Roma, Bergamo, Cremona, Rimini, Latina, Pesaro Urbino e Taranto, hanno dunque consentito di sottoporre a sequestro beni e disponibilità di varia natura, riferibili alle persone fisiche e giuridiche coinvolte, per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro.

Il procedimento penale adesso verte ancora nella fase delle indagini preliminari, e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata soltanto dove intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.

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