lunedì, 21 Aprile 2025
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Fast Fashion: il vero prezzo della maglietta da 5 euro

(Foto di Sergieitokmatov - Pixabay)

Magliette a 5 euro: l’offerta è allettante, ma la realtà nasconde un costo, e c’è un prezzo da pagare che va ben oltre il portafogli, un prezzo che ha a che fare con il pianeta, con i suoi abitanti e, sfortunatamente anche con il futuro.
La cosiddetta Fast Fashion è diventata un fenomeno globale; con il suo fascino irresistibile e i suoi prezzi da svendita quotidiana ha convinto milioni di persone a riempire i loro armadi con articoli che non dureranno più di un battito di ciglia.

Necessario invertire la tendenza e fermarsi a pensare a dove finiscono realmente quei vestiti una volta dismessi.
Non è soltanto una questione di mode effimere: la Fast Fashion è una macchina che produce milioni di tonnellate di rifiuti tessili ogni anno. Si parla di circa 92 milioni di tonnellate, ovvero un camion pieno di vestiti gettati via ogni secondo, che finiscono nei deserti del Cile o nei mercati del Ghana, dove i bambini vanno a rovistare tra gli scarti per pochi centesimi, tutto questo per una maglietta che, probabilmente, sarà indossata due volte prima di finire in un cassonetto.
Siamo oltre la questione estetica, qui si parla di umanità, perché dietro il prezzo stracciato di certi acquisti, c’è un mondo di sfruttamento.

Dietro quella maglietta a 5 euro, ci sono migliaia di operai sottopagati, privi di diritti, che rischiano la vita ogni giorno, come nel disastro di Rana Plaza, dove morirono 1.100 persone in Bangladesh nel 2013.
Per non parlare dei materiali utilizzati, sintetici, derivati del petrolio che non sono biodegradabili e che inquinano il pianeta più di quanto si possa immaginare.
Ogni volta che si acquista un capo Fast Fashion si contribuisce ad un ciclo distruttivo che ha effetti devastanti sull’ambiente e sulla vita degli altri.

Eppure, come ogni brutta abitudine, è difficile smettere.
La democratizzazione della moda ha permesso a tutti di seguire le tendenze senza impegnare un capitale e, seppur conosci del fenomeno, tantissimi continuano ad acquistare da negozi e siti on line a poco prezzo.
Fermare l’ondata di rifiuti tessili e iniziare a fare scelte più consapevoli è possibile, scegliendo di consumare in modo più responsabile, investire in capi di qualità che durano nel tempo, preferire i marchi che adottano pratiche etiche e sostenibili, supportare l’economia circolare, dove il riutilizzo e il riciclo non sono soltanto parole d’ordine, ma veri e propri valori.
E il vero cambiamento parte dai consumatori.

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