Mentre in queste settimane è emersa sempre più netta nelle sue dimensioni la vicenda dei fanghi tossici sparsi nei campi della Lombardia, che ha coinvolto aziende agricole in ben settantotto Comuni della Pianura Padana, nel Legnanese sono a Legnano, Canegrate e Parabiago le aree agricole che hanno ricevuto quei fanghi.
Slow Food Lombardia ha inviato nelle scorse ore una lettera all’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Rolfi, chiedendo a Regione Lombardia “di adottare misure di prevenzione dell’inquinamento dei suoli e di riscrivere le regole, affinché le strutture di vigilanza possano esercitare una più puntuale azione di controllo sulle attività di lavorazione dei fanghi, e che i conduttori di terreni agricoli siano assoggettati a piani agronomici di concimazione basati sulle effettive necessità di integrazione della fertilità dei suoli, per qualsiasi operazione di concimazione”.
“Riteniamo che questa sia l’occasione perchè si proceda senza incertezze a correggere la normativa vigente in materia, per salvaguardare la qualità del suolo agricolo e quella delle acque di superficie e di falda, beni preziosi per l’ambiente, la salute e l’economia. La questione è complessa: in questa fase spetta ad ARPA (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) ed ai Comuni, su cui insistono le aziende agricole coinvolte, rilevare quali terreni sono effettivamente inquinati ed in che misura. Non è al momento ipotizzabile quale soluzione adottare; esistono studi di rigenerazione dei terreni ma su realtà di minori dimensioni. Serve che le amministrazioni locali adottino regolamenti atti a disciplinare lo spargimento di fanghi in agricoltura, valutando la reale necessità di utilizzo dei fertilizzanti derivati da lavorazioni industriali”, il commento del Comitato di Condotta Slow Food Legnano.
Nelle scorse settimane, in attesa di sapere quali aziende sono state interessate dallo sversamento dei fanghi tossici, il Comitato di Coordinamento del Parco del Roccolo (Assemblea dei Sindaci) si è detto pronto a costituirsi come parte civile nel processo che seguirà alle indagini, con una nota firmata dal sindaco di Canegrate, Roberto Colombo, ente locale capo-convenzione del Parco.
A Parabiago il Comune si è messo in contatto con le due aziende locali coinvolte, diffidandole dall’uso di prodotti residui delle lavorazioni fatte nel periodo indicato dai Carabinieri. I campi che hanno ricevuto le sostanze tossiche non saranno più coltivati, ma destinati alla produzione di energia oppure lasciarli a riposo.