Serviranno soprattutto per comprendere, e mappare, la presenza della ‘ndrangheta negli uffici pubblici e nelle amministrazioni, nonché il potere anche all’estero dell’organizzazione mafiosa, gli undici arresti eseguiti giovedì 3 settembre, da parte dai Carabinieri del Comando Provinciale e del Reparto anticrimine di Milano, con il supporto di unità speciali, cinofile ed elicotteri, nelle province di Milano, Varese, Pavia e Reggio Calabria.
Gli undici soggetti raggiunti dalla misura cautelare in carcere, sono accusati di vari reati: estorsione, rapina, spaccio di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco clandestine ed alterate, tra cui un potente esplosivo, incendio doloso, minaccia aggravata, favoreggiamento personale.
Ogni accusa è aggravata dal cosiddetto “metodo mafioso”: ogni reato contestato sarebbe stato commesso per agevolare le attività della ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo.
Agli arresti sono finiti anche un consulente della procura di Busto Arsizio e un funzionario Anas, accusati di favoreggiamento.