Le mance ottenute dai lavoratori, soprattutto nel settore della ristorazione ed alberghiero, rientrano nel salario e pertanto tassabili. Lo ha deciso la Cassazione, accogliendo un ricorso dell’Agenzia delle Entrate, con cui è stato avviato un contenzioso da parte di un lavoratore, impiegato in un hotel in Costa Smeralda.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nelle tasche del dipendente erano entrati circa 84mila euro in un anno, in mance. Denaro che è stato considerato come reddito da lavoro dipendente non dichiarato.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, “l’onnicomprensività del concetto di reddito da lavoro dipendente giustifica la totale imponibilità di tutto ciò che il dipendente riceve, anche, quindi, come nel caso in esame, non direttamente dal datore di lavoro, ma sulla cui percezione il dipendente può fare, per sua comune esperienza, ragionevole, se non certo, affidamento”. Concetto avvallato dalla Cassazione: “In tema di reddito da lavoro dipendente, le erogazioni liberali percepite dal lavoratore dipendente, in relazione alla propria attività lavorativa, tra cui le cosiddette mance, rientrano nell’ambito della nozione onnicomprensiva di reddito fissata dall’articolo 51, primo comma, del Dpr 917/1986, e sono pertanto soggette a tassazione”.
Resta da capire come si potranno accertare le entrate extra dei lavoratori che ricevono mance.