sabato, 30 Settembre 2023

Addio a Rossana Rossanda fondatrice de “Il Manifesto”

(Foto ANSA)

Si è spenta nelle scorse ore Rossana Rossanda, voce intellettuale tra le più autorevoli del 1900, giornalista, scrittrice, fondatrice del “Il Manifesto”, emblema del femminismo e dei movimenti del ’68. Tutto questo è stata Rossana Rossanda, memoria storica dell’Italia dal Dopoguerra ad oggi.

Nata a Pola nel 1924, antifascista, partecipò attivamente alla Resistenza.

Dirigente del Partito Comunista Italiano negli anni Cinquanta e Sessanta, fu nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI, e nel 1969 fondò il quotidiano “Il Manifesto” insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina, che ha guidato fino al 2012. Fortemente contraria alle posizioni del partito sull’invasione sovietica della Cecoslovacchia, nel 1969 fu definitivamente radiata dallo stesso.

Una storia la sua costellata di grandi lavori giornalistici, tra cui l’intervista al capo delle Brigate Rosse, Mario Moretti, sul caso Moro.

Grande amica di intellettuali come Jean Paul Sartre, visse a lungo a Parigi, da dove era tornata negli ultimi anni per stabilirsi definitivamente a Roma, continuando a impegnarsi attivamente per gli ideali in cui fermamente credeva (una delle sue ultime uscite pubbliche fu a maggio 2019, per sostenere alla Casa delle donne le candidate della sinistra alle elezioni Europee).

Una vita dedicata alla riflessione, al dialogo sui movimenti operai e femministi, alla letteratura, al giornalismo e a diverse pubblicazioni tra cui “Un viaggio inutile” e “La ragazza del secolo scorso”, autobiografia presente nella cinquina finalista del Premio Strega 2006.

Silvia Ramilli

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