Con riferimento ai provvedimenti adottati in questi giorni a Canegrate dall’ICS, l’Istituto Comprensivo Statale, con l’isolamento cautelativo di alcune classi, alla scuola elementare di via Redipuglia, a causa del Coronavirus, il sindaco Roberto Colombo ha risposto pubblicamente alla lettera inviata da un genitore, preoccupato per la situazione. In particolare, Colombo ha rassicurato il genitore che il momento della refezione scolastica avverrà nelle classi, come da accordi con la ditta Gemeaz che eroga i pasti alle scuole del paese.
“Proviamo a riportare la situazione alle sue dimensioni reali: al momento si registrano, in tutta la scuola primaria, due casi positivi (contagiati, sia chiaro, non sappiamo dove) per effetto dei quali sono state poste in isolamento dieci classi, provvedimento poi ridotto a cinque. A tal proposito siamo in attesa di conoscere gli effettivi provvedimenti di ATS. È comprensibile che lei ne tragga la convinzione che “ad oggi cadono tutte le valutazioni fatte a luglio che la mensa sia un luogo sicuro per servire i pasti”. È una conclusione comprensibile, ma non la condividiamo. Nei mesi estivi è stato fatto un lavoro scrupoloso, di cui rivendichiamo la serietà, in accordo fra Comune, Gemeaz, Dirigenza Scolastica e Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’ICS, per garantire il corretto distanziamento fra gli alunni in mensa: tavoli precedentemente occupati da sei-otto alunni ridotti a capienza di tre; spazi allargati; passaggio da due a tre turni; pasti serviti in vassoi monodose; aerazione ricorrente dei locali. Tutte queste misure, applicate sempre rigorosamente, erano e sono funzionali al contenimento del contagio e prevedevano e prevedono, se si verificano positività, di tracciare accuratamente i soggetti coinvolti (che hanno un posto fisso) procedendo all’isolamento del loro tavolo ed eventualmente dei tavoli vicini senza ricorrere a misure massive, che andrebbero a toccare utenti distanti fra loro decine e decine di metri. Come Amministrazione condividiamo invece pienamente questo suo giudizio: “dovete fare in modo che ad eccezione dei casi previsti per legge la scuola rimanga aperta, perché non tutti i genitori possono assentarsi dal luogo di lavoro e non è possibile lasciare i bambini dai nonni proprio per salvaguardare i nonni stessi”.
Tante classi in isolamento dalla sera alla mattina rischiano di tradursi in un ricorso massiccio delle famiglie all’aiuto dei nonni: scacciato (forse) un pericolo dalla porta se ne fa entrare un altro, maggiore, dalla finestra. Ci siamo già attivati con la Gemeaz per studiare le modalità con cui servire il pasto in classe: pur nella consapevolezza che il pasto servito in classe non offre in realtà alcuna garanzia supplementare di sicurezza rispetto a quello consumato in mensa, vogliamo ridurre la possibilità d’innescare provvedimenti massivi, probabilmente dettati da un comprensibile eccesso di cautela, come quelli di cui siete stati temporaneamente oggetto. Ci auguriamo che ciò garantisca la didattica nelle classi in cui non si registrano positivi, ovvero la stragrande maggioranza. Riteniamo di poter essere in grado di garantire il pasto in classe da lunedì 9 novembre”, la risposta del sindaco.