venerdì, 21 Marzo 2025
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SOS riso in Lombardia tra siccità e aumento dei costi

(Foto di MYCCF - Pixabay)

La gravissima siccità e l’aumento record dei costi di produzione, provocato dalla guerra in Ucraina, sta mettendo in serio pericolo le semine di riso in Italia dove si ottiene circa la metà del raccolto europeo. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme in occasione dell’avvio delle semine che potrebbero essere tagliate di oltre 3000 ettari a livello nazionale.

La Lombardia, come precisa la Coldiretti regionale, concentra da sola oltre il 40% di tutte le risaie nazionali, con Pavia prima provincia risicola europea e altre zone che si trovano nel Milanese, nel Lodigiano e nel Mantovano. Mentre si avviano le semine stagionali, gli agricoltori si trovano a fare i conti con il 57% in meno delle riserve idriche accumulate nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sottoforma di neve rispetto alla media del periodo 2006-2020, secondo i dati diffusi da Arpa regionale.

All’esplosione dei costi energetici con impatti dal gasolio ai fertilizzanti, si somma la preoccupazione per la grande siccità, con i livelli di falda eccezionalmente bassi e il rischio di riduzioni estive della risorsa idrica superiori al 30% con i livelli del Po scesi a -3,38 metri al ponte della Becca (Pavia) più bassi che in piena estate e i grandi laghi semi vuoti con il Maggiore che è ad appena il 28% del suo riempimento e il Como a meno del 6%. La mancata disponibilità di acqua pesa nelle fasi iniziali di sommersione con il 90% del riso italiano che si coltiva nel “triangolo d’oro” tra Pavia, Vercelli e Novara ma la coltivazione è presente in misura significativa anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna. A livello nazionale si tratta di un settore con 227mila ettari coltivati e 3.700 aziende agricole che raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno, oltre il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori a livello internazionale”, come si legge in una nota della Coldiretti.

Per cercare di contrastare l’aumento dei costi di produzione bisogna lavorare fin da subito sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione”, afferma il vice presidente della Coldiretti Lombardia, Paolo Carra.

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