L’allarme è stato lanciato in queste ore da Greenpeace, che ha condotto una particolare indagine a proposito della deforestazione dell’Amazzonia: anche l’Italia contribuisce alla distruzione delle foreste brasiliane.
E in un’ottica di consumo responsabile di suolo e risorse naturali, non può lasciare indifferenti il grido di chi tutela il patrimonio mondiale contro gli sprechi e l’iper sfruttamento. Così da una recente indagine della ong, sviluppata in collaborazione con il Popolo Indigeno Karipuna e il Consiglio Indigeno Missionario (Cimi), anche l’Italia è tra i Paesi del mondo principali importatori di soia: il terzo nel 2020 dell’UE, dopo Paesi Bassi e Spagna, con oltre 48mila tonnellate di soia proveniente dalla Rondonia.
Sempre più vaste aree della regione-stato della Rondonia sono state disboscate per fare spazio alle coltivazioni di soia.
Secondo gli ambientalisti di Greenpeace, da gennaio a settembre 2021 l’Italia ha importato poco meno di 23mila tonnellate di soia, posizionandosi come quinto importatore dell’UE e tra i primi dieci importatori a livello internazionale.