E’ stato eseguito nei giorni scorsi un intervento d’avanguardia all’ospedale di Legnano, nell’Alto Milanese: è stato asportato un tumore maligno del bordo linguale di una donna di 47 anni.
La paziente, affetta da una grave forma di neoplasia maligna, è stata sottoposta nel nosocomio cittadino ad un lungo e delicato intervento chirurgico, eseguito dall’equipe di Chirurgia Maxillo-Facciale diretta da Donato Frattini, e i suoi collaboratori, tra i quali Stefano Paulli, oltre al supporto di tre turni di medici ed infermieri di diverse Unità.
Come spiegato dall’ospedale, per collaborare alla riuscita di questo importante intervento è arrivato a Legnano anche Stefano Spanio di Spilimbergo, specialista Maxillo-Facciale di fama internazionale.
L’operazione chirurgica è durata tredici ore, ed è consistita nell’asportazione del tumore mediante la resezione di tre quarti della lingua e lo svuotamento linfonodale latero-cervicale del collo. Contemporaneamente, è stata prelevata una parte di cute dalla coscia della paziente stessa, mediante una tecnica di microchirurgia, che consiste nel trasferimento di un tessuto che conserva una connessione vascolare (lembo), che è stato congiunto con i vasi del collo della paziente, per ricostruire una nuova lingua.
La paziente è in buone condizioni ed è ancora ricoverata nella struttura sanitaria legnanese. Nelle prossime settimane effettuerà la riabilitazione del muscolo linguale e controlli post-operatori per evitare gravi complicazioni quali il rigetto.
“Si tratta di un intervento eccezionale perché pochi centri in Italia, soprattutto cliniche universitarie, sono in grado di eseguire interventi di questa portata e complessità, ma è da ricordare che già dagli inizi degli anni ’80, all’ospedale di Legnano, l’equipe diretta dal prof. Morelli aveva ricostruito la mandibola interessata da un tumore, utilizzando un “lembo” dell’osseo prelevato dal perone.
Era il primo intervento di questo tipo che si eseguiva in Italia, e da allora la chirurgia ricostruttiva è cambiata: oggi anche nella ASST Ovest Milanese è possibile utilizzare innesti in biomateriali realizzati in 3D“.