Si è conclusa con un invito all’azione la commemorazione di ieri mattina, giovedì 3 ottobre a Lampedusa, organizzata per ricordare il naufragio in cui, il 3 ottobre 2013, persero la vita 368 persone al largo dell’isola, e di tutti i morti nel Mediterraneo che hanno provato a raggiungere le coste italiane.
Action! Perchè: “Non si può più chiudere gli occhi di fronte a un fenomeno che tocca l’Italia e l’Europa in modo così profondo. È arrivato quindi il momento di un’assunzione di responsabilità e di passare dalle parole all’azione: ognuno di noi, sulla base del proprio ruolo e dei mezzi che dispone, può fare qualcosa per una causa di umanità e giustizia che non possiamo più permetterci di trascurare. E quel qualcosa deve partire da una riflessione fondamentale: la necessità di riconoscere dignità e diritti a chi arriva sulle nostre coste fuggendo da guerre e povertà e di riservare canali d’ingresso regolari a queste persone di cui l’Italia e l’Europa hanno bisogno. Dobbiamo adoperarci per questo con gli strumenti a nostra disposizione: le parole, la penna, la legge, il voto: l’importante è non restare indifferenti. Chiudiamo il triste capitolo che ha visto il Mediterraneo come un canale di morte e apriamo, finalmente, un canale di vita e di speranza”, commento del sindaco di Legnano Lorenzo Radice, presente all’undicesima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza sull’isola insieme con l’assessore alla Sostenibilità Luca Benetti.
Legnano è tra le diciotto città italiane che hanno aderito all’iniziativa del Comitato 3 ottobre, e che ha partecipato alle commemorazioni a Lampedusa con una sua delegazione, composta da una cinquantina, fra studenti e docenti, degli istituti cittadini: la seconda più numerosa dopo quella di Roma.
“L’invito che rivolgo a chi trincia giudizi sugli arrivi dei migranti stando in poltrona è di fare un bagno di realtà e di venire su quest’isola qualche giorno e vedere di persona quello che accade, a respirare l’aria di una realtà come Lampedusa, i cui abitanti sono investiti da questo fenomeno, ma che comprendono perfettamente il dramma di chi, per il fatto di essere nato in un Paese povero, ha avuto meno e si trova in una situazione di enorme difficoltà. Quello che porto a casa è però un senso di grande speranza: i giovani studenti che erano con noi a Lampedusa vivono quotidianamente l’esperienza della diversità e sono naturalmente inclusivi, quindi mentalmente molto più aperti di quanto lo siano le generazioni precedenti. Per questo, come Amministrazione, continueremo a sostenere il lavoro del Comitato 3 ottobre con le iniziative che si realizzano nelle scuole; non iniziative di indottrinamento ma per aiutarli a sviluppare un pensiero critico su quello che è un tema cruciale dei nostri tempi”, ha detto l’assessore Benetti.