Incredibile storia di violenza e maltrattamenti a Busto Arsizio: nello scorso mese di marzo, una giovane donna poco piu’ che 30enne, sconvolta, accompagnata da alcuni familiari, aveva denunciato presso la Stazione Carabinieri di Busto di essere stata vittima di comportamenti violenti da parte di una coppia, un uomo ed una donna, entrambi italiani poco piu’ che 40enni, conosciuti in una chat.
La storia appariva talmente difficile da credere e gli abusi talmente “gravi” che i Militari, con il coordinamento della Procura della Repubblica, sono voluti andare molto cauti sulla vicenda che purtroppo, pero’, al termine delle indagini, ha consentito di trovare pieno riscontro ai racconti della parte offesa.
Nel pomeriggio di ieri, infatti, i Carabinieri, al termine di una complessa indagine fatta di raccolta di testimonianze, acquisizione di referti medici e specifici servizi di osservazione, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di “divieto di avvicinamento alla parte offesa” nei confronti di due coniugi: un 43enne pensionato incensurato e la moglie 45enne, casalinga incensurata, entrambi residenti a Busto Arsizio.
Il provvedimento coercitivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Busto, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, ha recepito integralmente gli esiti dell’attivita’ investigativa prodotti dai Militari della locale stazione: in particolare, le indagini hanno consentito di accertare come i coniugi, dopo aver soggiogato psicologicamente la vittima, isolandola completamente dai propri familiari, facendole credere che l’uomo fosse un rappresentante dei “servizi segreti” con un falsa identita’, pertanto in grado di minacciare e far del male alla famiglia della donna, avevano cominciato le loro vessazioni:
– dopo aver contattato la giovane su una chat in internet proponendosi inizialmente come giornalisti freelance in zona di guerra, si sono finti fratello e sorella (e non marito e moglie) riuscendo a convincere la donna ad andare a convivere con loro; e’ cosi’ iniziato un periodo fatto di percosse e violenze, documentate dai relativi referti medici, gli ultimi dei quali, pochi giorni prima della denuncia, corredati anche da fotografie delle gravi ecchimosi sul corpo della donna;
– gelosia patologica, manifestata con il controllo assoluto di tutti i profili dei social network in uso alla giovane;
– chiusura a chiave della porta dell’abitazione;
– pedinamenti sul luogo di lavoro;
– richieste economiche, anche con un tentativo di vendita dell’abitazione di proprieta’ della giovane che, lavorando, aveva gia’ dovuto pagare tutte le vacanze e altre diverse spese personali dei coniugi, oltre che mettere a disposizione la propria auto per ogni loro necessita’.
Sono in corso ulteriori verifiche sulla natura della relazione tra l’uomo e la vittima, che il GIP ha definito “morbosa”…
La giovane e’ riuscita a liberarsi da questa condizione di “schiavitu’” grazie all’intervento di un familiare stretto, che e’ riuscito a calarsi nel contesto dei coniugi, simulando di voler aderire alle loro richieste sessuali, fingendo di acconsentire ad un rapporto a “tre”…
Dopo la liberazione della donna e la denuncia ai Carabinieri, la coppia ha iniziato una vera e propria attivita’ di sorveglianza e pattugliamento delle abitazioni e dei luoghi di lavoro di tutti i suoi familiari, tanto da essere intercettata, una notte, da una pattuglia dell’Arma, cosa che ha reso inevitabile l’emissione del provvedimento del divieto di avvicinamento. I Carabinieri, inoltre, dopo l’acquisizione della denuncia, hanno verificato l’eventuale disponibilita’ di armi in capo ai coniugi, accertando che essi disponevano di un vero e proprio arsenale, con pistole, fucili da caccia ecc.
La Prefettura, aderendo in pieno alla richiesta della stazione di Busto Arsizio, che nel frattempo aveva sequestrato a scopo preventivo l’ingente quantitativo di armi, peraltro regolarmente detenute, ha emesso, nei confronti di entrambi i soggetti, un provvedimento di “divieto di detenzione armi”. Al momento, i reati contestati dalla Procura e recepiti dal GIP sono maltrattamenti in famiglia, stalking e le lesioni personali (solo per l’uomo), ma non si esclude che le ulteriori indagini possano portare a nuove e piu’ gravi contestazioni.