Stop al “balletto” sui numeri dell’occupazione: lo dicono i sindacati, che preferiscono parlare di cauti segnali di ripresa, e di un percorso di lavoro ancora lungo ed impegnativo verso il consolidamento della situazione.
Quali sono le previsioni per l’anno nuovo, e cosa è successo fino qui l’hanno spiegato questa mattina i rappresentanti delle organizzazioni sindacali locali, rispettivamente Giuseppe Oliva per la CISL, Jorge Torre per la CGIL e Stefano Dell’Acqua per la UIL, che hanno incontrato i rappresentanti della stampa locale per una sorta di bilancio di fine anno.
“I segnali di aggiustamento qua e là non sono ancora il segno della ripresa economica del territorio, perché gli episodi sporadici non fanno la crescita, né la formazione, nè lo sviluppo. Ci vuole un progetto strutturato”, ha spiegato Torre, parlando della necessità di ridefinire il Piano di Zona nel 2018, guardando all’Welfare integrativo.
Ai dati positivi si contrappone il fatto che i problemi non siano comunque ancora stati risolti, il pensiero di Oliva che ha spiegato come “se la discesa è finita, è necessario stabilizzare le cose in un mondo diverso, che non è più quello del pre crisi”. Secondo Oliva è necessario anche comprendere come il nuovo strumento della Consulta potrà dare risposte, dopo la chiusura di Euroimpresa.
Lo stato del Paese ormai è questo, per come la vede Dell’Acqua, che ha descritto le aziende-tipo del territorio, tre o quattro le più grandi e tutte con più o meno mille dipendenti. La riqualificazione e la formazione due punti cardine della ripartenza, per guadagnare tempo nell’intervallo tra la perdita del lavoro ed un lavoro nuovo.