Si è spenta all’età di 93 anni, nella sua casa di Ramatuelle, Juliette Greco musa della canzone intellettuale francese, amica di poeti e musicisti, colei che più di ogni altra ha rappresentato l’anima profonda di Saint-Germain des-Près, lo storico quartiere della “rive gauche” parigina frequentato da artisti, poeti, pittori, scrittori di ogni parte del mondo.
Una vita indubbiamente fuori dal comune, quella di Juliette, per la sua straordinaria voce. Era nata nel 1927 a Montpellier e era trasferita con la famiglia successivamente a Bordeaux, dove aveva iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’arte con la danza.
Finita la guerra Juliette, dotata di una bellezza intensa (caratterizzata dagli inconfondibili occhi truccati di scuro e la carnagione chiarissima) conquista intellettuali e artisti di Saint-Germain des Près come Marguerite Duras, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e inizia a esibirsi nel famosissimo cabaret “Le Tabou” dove, nella Parigi liberata dall’occupazione nazista, nasce il movimento esistenzialista di cui la Greco diventerà presto un simbolo.
E’ di quegli anni anche l’incontro con Miles Davis con cui vivrà un’intensa relazione, terminata bruscamente al rientro di Davis negli USA dopo i successi europei.
La consacrazione definitiva avviene nel 1954, con il musical “Jolie môme”: Juliette diviene una stella, i più grandi poeti e chansonniers scrivono per lei, Raymond Queneau, Jean-Paul Jacques Prévert, Boris Vian, Charles Aznavour, Serge Gainsbourg, Léo Ferré, Jacques Brel, Georges Brassens.
Immagine di una donna forte, moderna, emancipata, fu spesso oggetto di scandalo per la società conservatrice dell’epoca. Cantante ma anche attrice in “Bonjour Tristesse” tratto da un romanzo di Francois Sagan, e nella serie “Belfagor” il fantasma del Louvre.
Nella primavera del 2015 la sua ultima tournée che la consacrerà, al di là del tempo e delle mode, come delle più grandi artiste di sempre.
Silvia Ramilli