Lo ha rilevato in questi giorni la Coldiretti: la vendemmia del 2019 si chiude con un calo della produzione del 20%, rispetto ad un anno fa. Se la qualità del vino prodotto non cambia, rimanendo il made in Italy un’eccellenza, a conti fatti mancherà sul mercato una bottiglia su cinque.
Ma il 2019 si può definire l’anno della qualità dei vini che è stata raggiunta, e in alcuni casi superata, rispetto alle aspettative: 44,3 milioni di ettolitri di produzione destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt , con trecento e più vini DOC, a Denominazione di origine controllata, 73 vini Docg, a Denominazione di origine controllata e garantita, e più di cento vini Igt, a Indicazione geografica tipica riconosciuti in Italia, e il restante 30% destinato ai vini da tavola.
Il vino italiano, con un fatturato di oltre 11 miliardi di euro, avrebbe cambiato direzione, per così dire, puntando sulla qualità e su parametri che ne definiscono in maniera sempre più certa ed apprezzabile, l’identità.
Poco ma buono, in parole semplici. Anzi ottimo.