martedì, 22 Aprile 2025
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VARESE – Al lavoro l’archeologo forense per individuare l’arma del delitto di Lidia Macchi

Lidia Macchi (Foto da web)

Dopo tutti i rilievi di rito, sono iniziate il 2 marzo le attività dell’archeologo forense Dominic Salsarola, incaricato dalla Procura di datare i reperti sequestrati e altro materiale che potrebbe venire alla luce nei prossimi giorni attraverso le ricerche con metal detector e geo-scanner nel parco Mantegazza di Varese, che e’ stato opportunamente chiuso al pubblico, dove sono in corso le ricerche della possibile arma del delitto nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio della studentessa Lidia Macchi, massacrata con 29 coltellate nel gennaio 1987 (leggi l’articolo relativo). Come riferisce l’ANSA Lombardia, l’archeologo dovrà accertare, sulla base della conformazione delle buche, se i reperti siano stati sepolti volontariamente sotto terra. Secondo alcune ipotesi investigative, infatti, Stefano Binda, arrestato lo scorso 15 gennaio con l’accusa di aver violentato e ucciso la ragazza 29 anni fa, potrebbe aver nascosto il coltello nell’area verde nei giorni immediatamente successivi all’omicidio.

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