Dieci nuovi defibrillatori nelle sedi comunali di Varese. La giunta comunale ha deliberato il piano per l’installazione di defibrillatori cardiaci semiautomatici, con un impegno di spesa di 15 mila euro. Uno è già posizionato da tempo all’anagrafe, un altro sarà installato tra i Giardini Estensi e il Salone grazie ad una donazione di mille euro della Federazione Sanitari Pensionati e Vedove (FEDER.S.P.e V.).
«Abbiamo individuato poi altri 10 luoghi nelle varie sedi comunali”, – ha spiegato l’assessore al Personale Simone Longhini -. “L’obiettivo è duplice: salvaguardare i dipendenti e i molti utenti che frequentano gli uffici».
Oltre alla sede di Palazzo Estense, i defibrillatori si troveranno, dai primi mesi del 2016, a Villa Baragiola, comando Polizia locale, sede dei Servizi educativi, via Cairoli (ufficio front office), sede servizi sociali via Orrigoni, palazzina via Foresio, Centro diurno di via Maspero, pista di atletica di Calcinate degli Origoni, palazzina della Cultura di largo dei Bersaglieri, sede via Copelli, palazzina dei Tributi di via Sacco.
Saranno organizzati dall’assessorato al Personale corsi di formazione per l’utilizzo, tenuti dalla Croce Rossa Italiana.
Come aveva spiegato a luglio, nel corso della donazione, il dott. Sergio Repetto, ex primario di Cardiologia del Circolo e iscritto all’associazione FEDER.S.P.e V, in Europa sono 400mila i casi all’anno di morte improvvisa-arresto cardiaco, 60.000 in Italia, 164 al giorno, 1 ogni 1000 abitanti. Il 70% avviene in presenza di testimoni, l’80% non sopravvive. In presenza di testimoni attivi, che quindi sanno fare il massaggio cardiaco e usare il defibrillatore, la sopravvivenza sale al 50%. L’obiettivo è sensibilizzare e reclutare i “volontari laici” con la conoscenza e la diffusione delle manovre di rianimazione: la catena della sopravvivenza è massaggio cardiaco-defibrillazione, con il posizionamento di mezzi sul territorio comunale di facile accesso in zone ad alto flusso di persone, stazioni, parchi, piazze. Il fattore tempo è determinante. Per ogni minuto che passa dall’arresto cardiaco, in assenza di rianimazione, bisogna intervenire entro 5 minuti.