L’Unione Nazionale Consumatori ha segnalato all’Antitrust e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy alcune grandi catene, soprattutto di prodotti di elettronica, per la non corretta applicazione della recente direttiva Omnibus, ossia del decreto legislativo 7 marzo 2023, n. 26, che ha previsto che ad ogni annuncio di riduzione di prezzo vada indicato anche il prezzo precedente, vale a dire il prezzo più basso applicato dal professionista negli ultimi trenta giorni.
“Molti consumatori ci hanno segnalato che alcune grandi catene indicano come in offerta prodotti che hanno un prezzo identico a quello “precedente”, con sconto quindi pari allo zero per cento. In un caso il prezzo scontato era addirittura superiore a quello vecchio”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“In altri casi, invece di indicare il prezzo precedente espongono un fantomatico prezzo consigliato o dal produttore o non si sa da chi. Infine c’è chi abbonda, esponendo addirittura tre prezzi, di vendita, precedente e consigliato, con le relative percentuali di sconto, generando così solo confusione, dato che il consumatore deve confrontare ben cinque indicazioni invece di tre. L’opposto, insomma, di quello che prevede il Codice del Consumo, secondo il quale si deve agevolare il raffronto dei prezzi”, conclude Dona.
L’associazione di consumatori ha chiesto all’Antitrust di accertare la correttezza di queste pratiche commerciali, mentre al MIMIT di emanare apposita circolare sulla direttiva Omnibus per evidenziare l’interpretazione erronea, contra legem, dell’art. 17 bis del Codice del Consumo, evidenziando che, valendo per gli “annunci di riduzioni di prezzo”, non può ovviamente applicarsi laddove la riduzione non c’è nemmeno, essendo pari a zero. Inoltre il secondo prezzo deve essere sempre accompagnato dalla parola “Precedente” o “Prezzo più basso degli ultimi 30 gg”, mentre il “Prezzo consigliato” non è conforme alla normativa.