E’ stato diffuso nei giorni scorsi un particolare appello da parte di Slow Food Italia insieme all’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), con anche le “Comunità Laudato sì”, al governo centrale affinchè l’educazione alimentare diventi insegnamento obbligatorio nelle scuole, di ogni ordine e grado.
La richiesta, sostenuta anche dall’Università di Torino, dall’Università del Piemonte Orientale e dal Politecnico di Torino, intende coinvolgere a tutti i livelli la società italiana.
“Il cibo non è più nutrimento e cura, ma ammala i nostri corpi per via di abitudini scorrette che privilegiano la quantità alla qualità; ammala il nostro spirito, perché provoca gravi ingiustizie sociali; ammala il pianeta, perché è tra i primi responsabili della crisi climatica, pagandone poi un prezzo altissimo. Per cambiare direzione, occorre partire dall’educazione alimentare dei giovani e delle future generazioni”, ha spiegato Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.
Necessario fin da piccoli comprendere che “il cibo diventa noi”: fornendo ai bambini nelle scuole, quindi ai ragazzi più grandi, tutti gli strumenti di conoscenza ed analisi per compiere scelte consapevoli in fatto di alimentazione. Secondo gli esperti di Slow Food, un futuro migliore parte anche dal cibo.