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Truffe telefoniche via WhatsApp: segnalare subito i casi sospetti alla Polizia Postale. Anche con una telefonata

(Foto di Niek Verlaan - Pixabay)

Non si ferma la particolare ondata di raggiri e truffe perpetrati via WhatsApp, il noto sistema di messaggistica per smartphone, che colpisce soprattutto gli anziani, ma spesso anche persone abituate a ricevere comunicazioni via social e web, che cedono lo stesso alle richieste di denaro celate dietro messaggi allarmanti. Più precisamente, come spiegato dalla Polizia Postale, le vittime del raggiro ricevono un messaggio che suona più o meno così: “Papà (o mamma), questo è il mio nuovo numero di cellulare. Per favore puoi mandarmi un whatsapp?”. Al messaggio è allegato un link su cui è bene non cliccare, perchè rappresenta l’avvio della truffa, con l’accesso fraudolento ai dati personali.

I truffatori chiedono denaro spesso suggerendo alle loro vittime i bonifici istantanei, per ottenere subito quanto richiesto. Chi riceve un messaggio simile a quello riferito dalle autorità, non deve tenerne conto, ma piuttosto accertarsi che il proprio familiare abbia davvero bisogno di aiuto.

Ma come fare esattamente? Con quali modalità?

La Polizia Postale è a disposizione via web per ricevere le segnalazioni di sospette truffe telefoniche, attraverso il proprio sito internet (commissariatodips.it). In questo caso è a disposizione un canale on line per richiedere un controllo immediato, sul numero di telefono minacciato. Oppure tutte le segnalazioni si possono fare recandosi al più vicino comando di Polizia Postale (nel sito ufficiale si trova l’elenco regione per regione).

Ma come può fare la propria segnalazione un anziano che non ha dimestichezza con il web o non può recarsi ad un Comando? Telefonando alla Polizia Postale (numero unico 112 che fornisce indicazioni): “Le segnalazioni sono raccolte ed accertate anche con una telefonata: gli agenti verificano subito le comunicazioni in corso dei numeri presi di mira dai truffatori, ed intervengono per smascherare chi intende sottrarre denaro o altre informazioni in maniera illegittima”, come spiegato dagli agenti.

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