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Tre domande ai candidati – Oggi risponde… Lorenzo Radice (Partito Democratico, Insieme per Legnano, Legnano Popolare, riLegnano)

Lorenzo Radice (Foto di Giuseppe Cozzi)

D. Ogni città è un insieme di persone. I bisogni sono tanti, come le aspirazioni: da dove si parte per gestire al meglio progetti, risanare le difficoltà, creare occasioni per tutti? Come dire: un sindaco neo eletto si siede alla scrivania e cosa fa, dopo i festeggiamenti post elettorali? Come immagina lei il suo “primo giorno”, ma anche quelli a seguire, alla guida di Legnano?

R. Se i legnanesi mi sceglieranno come loro sindaco impiegherò i primi giorni in municipio su due fronti. Su quello interno, della macchina comunale, per fare la conoscenza dei dirigenti, prendere contatto con il personale degli uffici, visionare il bilancio dell’ente e fare la mappatura degli interventi di manutenzione del patrimonio pubblico (strade e marciapiedi in primis) in città, per impostare una pianificazione precisa. Su quello esterno prenderò subito contatto con le varie realtà cittadine per fare il punto sulla situazione Covid, e gli effetti della pandemia sul tessuto sociale e produttivo della città. Quindi i primi incontri saranno con i soggetti sanitari e socio sanitari, per un indispensabile coordinamento finalizzato a tutelarsi da una seconda ondata del virus; inoltre attiveremo una commissione salute presieduta da un consigliere delegato proprio al tema salute; con i dirigenti scolastici per fare il punto sull’avvio dell’anno e sui problemi che potranno essere sorti durante le prime settimane di attività; con le realtà, come Caritas e associazioni di volontariato, che si occupano di nuclei familiari più fragili e che la crisi metterà in posizione ancora più problematica; con le organizzazioni di artigianato, impresa e sindacali per verificare gli interventi più urgenti da mettere in campo a sostegno dell’economia locale. E poi i commercianti, per capire come potranno fronteggiare la stagione autunnale e invernale le realtà che, nella bella stagione, hanno svolto parte della propria attività anche all’esterno, e come sostenere i negozianti che, facendo consegne a domicilio, con la brutta stagione potranno affrontare più richieste. Il confronto operativo sugli effetti del Covid non si esaurirà però a questi tavoli: la straordinarietà della situazione impone, per tutto il tempo che sarà necessario, un’alleanza di tutte le forze politiche e sociali, mettendo quindi da parte le differenze partitiche e di appartenenza, per affrontare compatti la crisi economica che, inevitabilmente, colpirà la nostra comunità.

In parallelo apriremo immediatamente i cantieri partecipativi nei quartieri per progettare con i cittadini la nuova viabilità, legata alla rete verde e del commercio, ma anche alla Bicipolitana.

D. Tra le opere pubbliche che da un punto di vista strutturale possono migliorare la vivibilità di Legnano, quali sono le prime da mettere in cantiere? Quali tra quelle indicate nel suo programma elettorale?

R. Sono consapevole del tempo necessario a cantierare opere pubbliche importanti e complesse; nell’immediato, però, penso a due cose: ad un atto per cassare il progetto della biblioteca nel parco Falcone-Borsellino, e ad un nostro progetto di mobilità sostenibile che punta a migliorare la vivibilità di Legnano, ossia la Rete verde e del Commercio. Si tratta di un sistema organizzato di vie, per quanto possibile indipendenti dai percorsi usati dalle auto, che connetteranno i luoghi di pubblico interesse, passando per parchi, giardini, itinerari alberati, corridoi ecologici e zone a prevalenza pedonale, tutti collegati tra loro. Questa rete viaria sarà protetta, sicura e a prova di anziani, bambini, ciclisti e disabili e permetterà di rivoluzionare il modo di muoversi e di vivere la città,  trovando  servizi e punti di incontro a massimo 15 minuti a piedi, e consentendo di spostarsi in modo sicuro da un capo all’altro della città. In questo progetto vogliamo coinvolgere, con la proposta di incentivi, i commercianti disponibili a sviluppare attività per rendere bella e viva la loro via, prendendosi cura di porzioni di città, contribuendo alla sua pulizia e alla piccola manutenzione, organizzando eventi e attività culturali e di animazione. Data l’importanza dei percorsi ciclabili ci appoggeremo alla Bicipolitana, un insieme di percorsi facilmente riconoscibili come le linee della metropolitana che collega non soltanto punti interni alla città, ma Legnano ai Comuni vicini.

Apriremo immediatamente i cantieri partecipativi nei quartieri per progettare con i cittadini la nuova viabilità legata alla rete verde e del commercio, ma anche alla Bicipolitana. I primi 100 giorni saranno cruciali per avviare questo processo di rivoluzione della mobilità e della vitalità della città.

D. Collaborazione, fiducia e confronto con i cittadini: come coinvolgere anche chi non voterà per lei, ma fa parte di Legnano e attende comunque risposte?

R. Nel mio programma la voce “partecipazione” ha un’importanza decisiva; la nostra proposta per Legnano è di governare con la comunità, e non di governare la comunità. Per realizzare questo intento,  come detto prima, partiremo immediatamente ad aprire cantieri partecipativi nei quartieri per ridisegnare la mobilità. Ma da subito creeremo anche dei forum tematici, che si aggiungeranno all’esistente Consulta del Volontariato, su Cultura, Giovani e Sport. A livello di quartieri agiranno le Consulte territoriali, oltre che nel ruolo riconosciuto loro dallo statuto comunale, come vero e proprio presidio sociale con l’obiettivo di coinvolgere tutte le realtà delle varie zone, dai soggetti attivi nella cura di vicinato alle associazioni, dalle parrocchie ai commercianti. Il nostro obiettivo di una Legnano generativa e policentrica si può realizzare soltanto unendo le forze e aprendo le porte. Concretamente bisogna valorizzare quel patrimonio di senso civico presente nei legnanesi promuovendo sussidiarietà e collaborazioni, perché mettendo a fattor comune le forze – pubbliche, private e del non profit – risponderemo ai bisogni meglio di come accadrebbe se ognuno lavorasse per sé. Concentrando le risorse su iniziative in grado di generare a loro volta altre risorse e opportunità potremo vincere tutti. Questa è la città generativa, quella che unisce e moltiplica anziché dividere, quella per cui 1+1 può “fare 3”, quindi, in una parola, più ricca.

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