E’ di più di quaranta persone decedute, il bilancio del naufragio avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia, quando un barchino di ferro si è ribaltato a causa del mare mosso gettando in mare i suoi occupanti. Tra le persone che hanno perso la vita anche tre bambini.
Quattro persone si sono salvate, tre uomini e una donna, rimanendo per quattro giorni, come raccontato dagli stessi, aggrappati al relitto di un’altra imbarcazione, in balia tra le onde finchè non sono stati raggiunti dalla Guardia costiera e portati in salvo.
I migranti erano partiti il 3 agosto scorso dal porto di Sfax, in Tunisia, diretti a Lampedusa, tutti originari della Guinea e della Costa d’Avorio. Dopo sei ore di navigazione la loro imbarcazione si è rovesciata per le condizioni di mare avverse, e i quattro sopravvissuti sono stati avvistati da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.
Adesso si trovano in salvo a Lampedusa, mentre è stata avviata un’indagine per naufragio colposo e pirateria.