Anche il tè, la bevanda più diffusa in tutto il mondo, sta rischiando di subire gli effetti dei cambiamenti climatici: le temperature in aumento e le piogge irregolari stano mettendo a dura prova le coltivazioni.
Si tratta di un’autentica sfida per il tè: resistere, soprattutto là dove sta venendo a mancare il terreno per le coltivazioni di qualità. Frane e smottamenti, ma anche l’innalzarsi delle temperature al suolo, rendono accessibili sempre meno superfici idonee a coltivare il tè, e questo sta accadendo proprio in Cina e in India, i Paesi maggiori produttori da sempre dei tè più buoni ed apprezzati al mondo.
Come fare per non vedere estinguere le preziose varietà delle foglie aromatiche della pianta che si chiama Camellia sinensis, coltivata da secoli in Cina ma anche in Sri Lanka, India e Kenya? La soluzione sembra essere lo spostamento delle colture più a nord di dove si trovano oggi, alla ricerca di nuovi terreni. Questo potrà avvenire soltanto in maniera graduale, anche perché le piante di tè sono produttive nel tempo, non da giovani.
Un’altra soluzione al vaglio è l’agroforestazione: piantare alberi tra le coltivazioni di tè, per garantire alle stesse umidità e difesa. Persino i cereali possono aiutare le piante di tè, arricchendo il terreno di fertilizzanti naturali.
Più opzioni sembrano essere già in campo, letteralmente, per salvare “l’ora del tè”.