Ogni guerra porta con sé più di una realtà, e anche quella dei soldati russi impegnati nell’invasione dell’Ucraina è tragica: i combattenti che hanno conquistato la centrale nucleare di Chernobyl si sono contaminati con le scorie radioattive, molto probabilmente senza rendersene conto.
Lo ha spiegato nelle scorse ore il ministro per l’Energia ucraino, German Galushchenko: i russi hanno scavato delle trincee nella Foresta Rossa, l’area attorno alla centrale dove è stato interrato materiale radioattivo, la zona più contaminata del pianeta dall’esplosione del 1986, senza usare precauzioni come dei semplici guanti e questo, di fatto, ha compromesso la loro salute. Anzi, non avrebbero più di un anno di vita.
Chernobyl era stata occupata dai russi il 24 febbraio, giorno di inizio della guerra in Ucraina, quindi riconquistata dalle forze locali di liberazione all’inizio di aprile.
Il danno è stato notevole perché i soldati russi hanno anche portato le polveri contaminate, sotto le loro scarpe e sui vestiti, dentro i locali della centrale occupata. Le stesse polveri radioattive sono quindi ripartite con loro. Come riferito da fonti vicine alla centrale nucleare, all’interno delle sale dove hanno stazionato i russi per giorni, i livelli di radioattività sono più alti del normale.
Anche l’ingegnere capo per la sicurezza della centrale di Chernobyl, Valeriy Semonov, non ha dubbi sulle ripercussioni che la contaminazione avrà sulla salute di quei soldati. Nei giorni dell’occupazione, come racconta il tecnico, non è stato facile far comprendere a quei soldati che talune azioni potevano mettere in serio pericolo la centrale.