Le commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera hanno approvato nei giorni scorsi un emendamento al decreto Covid, che riconosce il diritto alla disconnessione ai lavoratori impegnati nello smart working, il lavoro agile da casa.
Disconnessione dalle piattaforme informatiche che permettono il lavoro a distanza, introdotto ed ampiamente svolto da più di un anno anche in Italia, con l’arrivo della pandemia.
Lavorare da casa sì, in collegamento con l’ufficio o l’attività lavorativa in genere, da remoto, ma con degli orari stabili e rispettati, con il diritto alla disconnessione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori.
Resta l’obbligo per tutti di osservare gli accordi presi dalle parti, datori di lavoro e collaboratori, dipendenti e non, al momento dell’avvio dello smart working. La disconnessione dal lavoro potrà recedere nel caso in cui siano stati stabiliti turni di reperibilità.
Per i lavoratori della pubblica amministrazione, i rapporti di smart working sono disciplinati dai contratti collettivi.
Anche lo smart working deve osservare degli orari di riposo, ed era attesa da tempo la normativa che adesso regolerà il nuovo modo di lavorare, che facilmente sarà adottato anche dopo l’emergenza sanitaria. Oggi coinvolge 8 milioni di italiani, e un terzo della popolazione lavoratrice europea.