Sono sempre più frequenti in questi giorni le manifestazioni di protesta inscenate dai cittadini di diverse città italiane, che bruciano simbolicamente le bollette di luce e gas nelle piazze.
Le iniziative intendono ribadire le difficoltà sempre più stringenti nel pagamento delle utenze, il cui costo è rincarato notevolmente, in molti casi raddoppiato.
Così da questa mattina, lunedì 3 ottobre, è scattata la campagna di disobbedienza civile non violenta, denominata “Non Paghiamo”: in una quindicina di città, tra cui Torino, Milano, Brescia, Bologna, Roma e Napoli, famiglie, lavoratori, imprenditori, commercianti, amministratori si sono dati appuntamento per bruciare le bollette nelle piazze.
La particolare forma di protesta ha avuto origine nelle scorse settimane in Inghilterra e in Francia, fino ad approdare anche in Italia, con rappresentanze di “Non Paghiamo” in buona parte delle regioni, con il sostegno di sindacati, ambientalisti, gruppi autonomi, terzo settore, privati cittadini.
Giovedì è previsto un incontro tra i sostenitori del movimento, che sono già circa 8mila, per chiedere l’intervento del Governo, la lotta ai rincari e alla speculazione finanziaria, agli extraprofitti delle multiutility.