lunedì, 29 Maggio 2023

Si chiama “whiteout” e non lascia scampo la tempesta che ha ucciso sulle Alpi

whiteout
(Foto da web - Stickthefeeling)

Mentre si è aggravato il bilancio delle vittime della sciagura in montagna, consumatasi nella notte tra domenica e lunedì a 3.000 metri di quota, lungo il percorso della Haute Route, che collega Chamonix a Zermatt, sul confine italo-svizzero, numerosi esperti e tecnici stanno cercando di capire come è possibile che siano morte sei persone, tra le quali una delle guide più esperte dell’Arco alpino.

I sopravvissuti delle due comitive, coinvolte nella tragedia, parlano di condizioni meteorologiche estreme createsi all’improvviso, di alcuni errori commessi nel procedere lungo il cammino, di aver sconfitto una morte certa cercando di rimanere svegli, a temperature ben sotto lo zero, in piena tempesta di neve che ha reso impossibile trovare una via di scampo agli alpinisti sopraffatti.

Tra le valutazioni del giorno dopo, spicca anche quella di Reinhold Messner, il noto alpinista altoatesino, che ha parlato di “whiteout” impossibile da superare.

“Whiteout”, il “bianco totale o muro bianco”, quale tempesta di neve e vento, che non fa vedere più niente e fa perdere la testa, disorientando chi vi rimane in balia.

La spiegazione di Messner giustificherebbe la gravità del momento in cui si sono trovati gli alpinisti, alcuni dei quali hanno ceduto al freddo e all’impossibilità di capire dove stavano camminando.

Alla tragedia della Haute Route si sono sommate altre disgrazie in montagna nel Ponte del Primo Maggio, per un totale di 14 morti in 72 ore, tra l’Italia e la Svizzera.

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