Hanno annunciato nelle scorse ore uno sciopero generale, i rappresentanti delle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL se il blocco dei licenziamenti non sarà prorogato fino alla fine dell’anno.
La questione va di pari passo con lo stato di emergenza: anticipare la data dell’uno, equivale ad anticipare la data dell’altro, e questo, per come la vedono i sindacati, provocherebbe uno scontro sociale.
Per il prossimo 18 settembre è già stata indetta un’iniziativa a difesa dei posti di lavoro, che potrebbe trasformarsi in sciopero generale, se il Governo e la Confindustria non valuteranno la questione anche dal punto di vista di centinaia di migliaia di lavoratori.
E mentre si discute tra i ministri sul Decreto Agosto, c’è chi chiede il blocco dei licenziamenti soltanto fino al 15 ottobre, chi fino alla fine dell’anno.
Tra le ipotesi, il blocco potrebbe proseguire fino al 31 dicembre per quelle aziende che stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali. Divise sulla questione le forze politiche, anche all’interno della maggioranza, mentre per il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo la proroga ideale è quella di fine anno.
Dal canto suo Confindustria sostiene che il divieto a licenziare non avrebbe più ragione d’essere, in un momento in cui la parola d’ordine è “ripresa”. Il blocco impedirebbe ristrutturazioni e investimenti, quindi nuova occupazione.