Si chiama “No Women No Panel – Senza Donne Non Se Ne Parla” un impegno ufficiale promosso dalla RAI con la Presidenza del Consiglio, perché una democrazia non è tale senza le storie di tutte le donne che quotidianamente danno lustro al Paese, donne che lo hanno costruito, chiamate ogni giorno a costruire il futuro. Un processo di riconoscimento fondamentale di ogni talento femminile che rimane ancora troppo “un passo indietro” penalizzando fortemente la società.
“No Women No Panel – Senza Donne Non Se Ne Parla” significa anche niente sviluppo, con il risultato che in Europa l’Italia è al 14/a posto tra le nazioni dell’unione per uguaglianza di genere. Dati sconfortanti se si pensa che anche per la televisione di Stato le presenze femminili sono circa il 37% e sono quasi sempre chiamate a raccontare storie personali anziché a parlare delle proprie competenze.
Il servizio pubblico si impegna formalmente a proporre un modello femminile inclusivo che vada oltre banali stereotipi, e che porti le nuove generazioni di donne a comprendere che possono ambire a qualunque professione. L’iniziativa è stata lanciata a novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza di genere rilanciando un progetto del 2018 della Commissione europea, ed oggi ha trovato compimento.
Tra i firmatari del documento Tiziano Treu presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, Antonio Parenti capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Michele Emiliano vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Michele De Pascale presidente Unione delle Province Italiane, Maria Terranova vicepresidente Associazione Nazionale Comuni Italiani, Antonella Polimeni rettrice dell’Università Sapienza di Roma per la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Sveva Avveduto, dirigente di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roberto Antonelli presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
La RAI diventerà realmente un servizio pubblico per tutti, valorizzando competenze e talenti anche in un’ottica di crescita dell’occupazione femminile in settori chiave come tecnologia, economia e sostenibilità.