Sarà confermato oggi, martedì 17 gennaio, o revocato, lo sciopero indetto dai benzinai per il 25 e il 26 gennaio: a Fegica e Figise Confcommercio il decreto sulla trasparenza dei prezzi, pubblicato sabato scorso dal governo, non piace, in particolare nel capitolo dove si parla delle sanzioni per chi non espone alle pompe i prezzi medi delle benzine.
Così se alcune parti del testo del decreto non saranno riviste, dopo l’incontro al Ministero delle imprese e Made in Italy, lo sciopero si farà. Secondo Figisc è necessario rivalutare persino la figura del benzinaio, che in queste settimane per l’opinione pubblica è scorretto: un messaggio che non piace.
“Il governo ha certificato formalmente il comportamento assolutamente corretto dei gestori, nell’incontro della scorsa settimana, prima della pubblicazione di un decreto pasticciato e senza alcuna efficacia sui prezzi. In una istruttoria, diffusa dall’Antitrust, Agcm adesso indagherebbe sui petrolieri non per le loro eventuali responsabilità, ma perché non avrebbero sorvegliato i benzinai evidentemente rei di aver speculato sui prezzi”, spiega il presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo. Occorre fare chiarezza.
“Le sanzioni sono sproporzionate, non fanno deterrenza. I cartelli sono dannosi e inutili, e dovrebbero essere tarati sull’area circostante, non a livello regionale. Seimila euro di multa è come vendere 180mila litri di benzina, pari a sei autobotti”, commenta il presidente nazionale della Figisc Bruno Bearzi.
Nel frattempo l’Antitrust ha avviato delle ispezioni nei confronti di Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil, dopo aver riscontrato delle irregolarità sui prezzi di benzina e diesel dichiarati alle pompe. Si tratterebbe di “omessa diligenza”, a danno dei consumatori.