E’ finita nelle scorse ore la protesta dei quattro operai sardi, che da quattro giorni erano fermi sulla ciminiera dell’impianto Kss della Portovesme Srl, stabilimento produttore di piombo e zinco, a cento metri di altezza, per protestare contro il caro energia che sta minacciando la continuità del loro lavoro.
La prossima settimana avranno inizio degli incontri interministeriali con Regione Sardegna, la direzione dell’azienda e gli operatori del settore energetico, dopo un primo tavolo di confronto cui hanno partecipato anche i sindacati. Obiettivo: assicurare alla Portovesme Srl una soluzione per i rincari dell’energia che permetta la continuità produttiva. La protesta dei quattro operai, che hanno sopportato sulla ciminiera anche le condizioni avverse del clima di questi giorni, è stata mossa dalla scelta della Portovesme di dare il via ad un processo di razionalizzazione, con lo stop dell’80% delle attività, e l’avvio della cassa integrazione per i suoi 1300 dipendenti diretti, tra i quali i quattro saliti sulla ciminiera.
I quattro lavoratori hanno deciso di interrompere la loro azione, dopo il vertice che si è tenuto al Ministero del Lavoro, chiusosi con diverse garanzie mirate a dare una risoluzione alle loro istanze. Come hanno precisato gli operai, la scelta di scendere dalla ciminiera è soltanto un “ennesimo atto di fiducia al governo, non una resa”, dicendosi pronti ad intraprendere altre iniziative di protesta se sarà necessario.