Sembrano non avere fine, in queste settimane, le discussioni a proposito dell’introduzione obbligatoria dall’1 gennaio dei sacchetti biodegradabili nei supermercati, nei reparti dove i consumatori scelgono, pesano e confezionano i prodotti da acquistare, in autonomia.
Delle ultime ore una nuova riflessione sulle etichette che indicano il prezzo di quanto insacchettato: i sacchetti sono compostabili, le etichette di carta con l’inchiostro del prezzo stampato no, o meglio, non possono entrare nella raccolta della frazione umida.
La precisazione arriva dal Consorzio Italiano Compostatori, e non fa una piega. Come risolvere la questione?
Ogni utente una volta arrivato a casa dovrebbe provvedere alla rimozione delle etichette-prezzo, prima di usare il sacchetto bio, pagato alla cassa del supermercato da 1 a 3 centesimi, per conferire lo scarto umido.
E se il sacchetto si strappa? Va bene lo stesso gettato nell’umido. No alla plastica che non è “digerita” dai microrganismi che provvedono alla produzione del compost.