Tra i piatti più originali da portare in tavola durante le feste, il risotto al caviale e mandarino si distingue per il suo equilibrio tra sapori ricercati e freschezza.
Le feste sono il momento ideale per sperimentare piatti diversi dal solito, capaci di sorprendere senza complicare troppo la vita a chi cucina. Il risotto al caviale e mandarino è un esempio di semplicità ben studiata, che si adatta bene a cene formali o pranzi in famiglia.
Il caviale, simbolo di eleganza gastronomica, incontra la vivacità agrumata del mandarino, creando un contrasto interessante e piacevole. Da un lato, la cremosità del risotto esalta il gusto salino del caviale; dall’altro, il mandarino dona un tocco aromatico e agrumato, che pulisce il palato e vi aggiunge leggerezza.
Ingredienti per 4 persone
320 g di riso Carnaroli
1 scalogno
1 mandarino non trattato (succo e scorza grattugiata)
40 g di burro
50 ml di vino bianco secco
700 ml di brodo vegetale
80 g di caviale
50 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale e pepe bianco q.b.
In una casseruola scaldare l’olio extravergine e far appassire lo scalogno tritato finemente a fuoco basso: deve diventare trasparente, senza dorarsi.
Aggiungere il riso Carnaroli e tostare per 2-3 minuti, mescolando continuamente.
Sfumare con il vino bianco e lasciar evaporare l’alcol.
Aggiungere il brodo vegetale caldo un mestolo alla volta, mescolando spesso.
Continuare ad aggiungere brodo man mano che il riso lo assorbe, per circa 16-18 minuti.
A metà cottura, aggiungere il succo di mandarino e una parte della scorza grattugiata.
Mescolare per distribuire uniformemente il profumo agrumato nel risotto.
A cottura ultimata, spegnere il fuoco e mantecare con burro e parmigiano. Regolare di sale e pepe bianco, e mescolare fino a ottenere una consistenza cremosa.
Distribuire il risotto nei piatti, disponendo sopra una quenelle di caviale.
Completare con un pizzico di scorza di mandarino grattugiata per dare freschezza e colore.
Accompagnare il risotto con un vino bianco secco, meglio se con note floreali o minerali, per esaltarne i sapori.
Non serve altro: è un piatto che parla da solo e che farà fare un figurone a tutti senza grossi sforzi.