Piemonte, Lombardia Veneto e Sicilia chiedono di ripartire, di riavviare tutte le attività interrotte, per l’emergenza sanitaria da Coronavirus, adottando nuove misure di sicurezza, con un particolare sforzo collettivo.
I presidenti delle tre regioni del Nord d’Italia, che vedono nella ripartenza graduale l’unica misura per non “morire chiusi in casa”, vale a dire non far morire la produttività di aree che sono il “cuore” pulsante e trainante di tutto il Paese, sarà necessario imparare a convivere con il Coronavirus.
Riprendere la vita in sicurezza vorrà dire prevedere, nelle prossime settimane, misure concrete e nuove regole per le aziende, con gli accessi scaglionati e il lavoro su turni anche il sabato e la domenica, nuove regole per l’uso dei mezzi pubblici, smart working e smart didattica, uso delle mascherine sempre, come del distanziamento tra le persone.
Analoghi presupposti sono considerati dalla presidenza di Regione Sicilia, dove la diffusione dell’epidemia da Covid-19 ha reso numeri diversi, e l’isolamento geografico può permettere la ripresa con regole nuove.
Tuttavia, mentre il Governo lavora alla “Fase 2”, numerosi esponenti politici e delle parti sindacali dicono no alle autonomie regionali, ma sì a regole nazionali per la ripartenza. In quest’ottica, è necessario evitare “fughe in avanti”, ma adottare un piano comune per affrontare il dopo epidemia.
Resta così acceso il dibattito, soprattutto politico, verso la data del 3 maggio, fissata come termine possibile delle restrizioni adottate.