Il Teatro alla Scala di Milano vuole ripartire, e vuole farlo al più presto, per cercare di arginare quanto prima la crisi che ha colpito i propri dipendenti.
La chiusura della Scala è un evento rarissimo: in più di duecento anni di vita è accaduto soltanto sei volte e per periodi brevissimi, eccezion fatta per il bombardamento della II Guerra Mondiale, che danneggiò pesantemente il teatro, cui seguì una lunga ricostruzione. Il teatro riaprì le sue porte l’11 maggio del 1946 con un grande concerto che ne simboleggiò la rinascita, insieme alla rinascita della sua città.
Calato il sipario il 3 marzo scorso, dopo che uno dei coristi dell’opera “Salomè” era stato trovato positivo al Covid-19, il teatro punta ora a riaprire a settembre con un tributo alle vittime del Coronavirus, portando in scena il “Requiem” di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Chailly, cui seguiranno repliche a Bergamo e Brescia, le province più colpite dall’epidemia, come da programma presentato ufficialmente dal sovrintendente Dominique Meyer al consiglio, in accordo anche con i sindacati.
S. R.