La solidarietà tra colleghi di lavoro, in materia di ferie e riposi, ora sarà possibile anche per i dipendenti del Comune di Rho, tra i primi enti pubblici in Italia ad adottare le cosiddette “ferie solidali”, introdotte dal Decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 151, un decreto attuativo del Jobs Act.
La giunta comunale rhodense ha deliberato di introdurre l’istituto dei riposi e delle “ferie solidali” a favore dei dipendenti del Comune, in attesa della regolamentazione della materia da parte del Contratto Collettivo Nazionale. Lo scorso mese di aprile il Consiglio comunale aveva discusso per attivare tutte le iniziative volte all’applicazione ai dipendenti del Comune di Rho del principio introdotto dal decreto, prevedendo così la possibilità di rendere attuabile un gesto di solidarietà tra colleghi.
La parola all’assessore
“Questa Amministrazione ha deciso di adottare l’istituto delle ferie solidali, senza aspettare la regolamentazione all’interno della contratto collettivo nazionale, per rendere subito possibile questo strumento a beneficio dei dipendenti comunali. Il Comune di Rho risulta tra i primi enti per l’attuazione di tale principio di civiltà, dimostrando ancora una volta di essere sempre attento alle innovazioni e alle opportunità offerte dalle nuove norme. Siamo convinti che incentivare la solidarietà tra colleghi permetterà anche di migliorare il benessere organizzativo e il senso di appartenenza all’ente”, ha commentato l’assessore al Personale Andrea Orlandi.
Come funzionano le “ferie solidali”
I dipendenti comunali potranno volontariamente cedere fino ad un massimo di otto giorni di ferie complessivi per ciascun anno (quelle accumulate oltre i livelli minimi di legge); il personale potrà volontariamente cedere anche le ore accantonate nella Banca delle Ore, fino ad un massimo di dieci ore per ciascun anno. I dipendenti, genitori di minori con particolari condizioni di salute, potranno quindi rivolgere alla direzione del Personale la richiesta di utilizzo di “ferie solidali” per un massimo di trenta giorni per ciascuna istanza, dopo aver presentato la certificazione che prova lo stato di necessità e la relativa durata, rilasciata da una struttura sanitaria pubblica.