“Avrei voluto guardarvi negli occhi, cittadini di Legnano. Avrei voluto intravedere anche oggi, nei vostri sguardi, ciò che conosco e di cui sono sicuro: il talento, la forza di volontà, la capacità di adattarsi alle situazioni, anche le più difficili, e di andare avanti, passo dopo passo. Non è stato possibile”. Inizia così un messaggio rivolto ieri, domenica 1 novembre, dal sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, ai suoi concittadini.
La consueta celebrazione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate è stata ridimensionata a causa dell’emergenza sanitaria in corso, permettendo la partecipazione alla commemorazione dei soli sindaco e presidenti di Associarma e di ANPI, rispettivamente Antonio Cortese e Primo Minelli.
“Ieri eravamo in pochi perché ogni assembramento mette a repentaglio la salute pubblica, dunque le persone, le famiglie, la città. Proprio per questo ho sentito ancora più forte la responsabilità di presenziare, per la prima volta da sindaco, alla Festa del 4 Novembre. La crisi che stiamo vivendo sembra incompatibile con il concetto di unità. Dobbiamo mantenere le distanze, dobbiamo evitare di incontrarci, non possiamo avvicinarci. Ma nella giornata dell’Unità nazionale vorrei affermare, con forza, che distanziarci non è ciò di cui abbiamo bisogno. Il distanziamento fisico è indispensabile, ma il distanziamento umano o, come è stato definito, il distanziamento sociale sarebbe letale: dobbiamo restare uniti.
Celebrare il 4 Novembre non può essere la semplice commemorazione dell’avere prevalso sul nemico. Si tratta di ricordare che siamo passati attraverso una prova severa. Che al termine di questa prova ci siamo trovati insieme”.
Radice ha rivolto un particolare richiamo all’unità e alla vita, citando il poeta Giuseppe Ungaretti: “Non sono mai stato tanto attaccato alla vita, scrisse Ungaretti. Qui e altrove, oggi e domani, restiamo uniti, attaccati alla vita. Buon 4 Novembre a tutti”.